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Il 21 marzo è il primo giorno di Primavera, un giorno di rinascita, speranza, cambiamento. Anche per questo è stato scelto come “giornata della memoria e del ricordo delle vittime innocenti delle mafie”, come spiega don Luigi Ciotti nel libro L’amore non basta, Giunti, 2020: «Avevamo scelto il primo giorno di primavera proprio per dare il senso di un impegno di lungo periodo. È a primavera che si gettano i semi, anche i semi di speranza, sapendo che andranno poi coltivati, con fatica, perizia e passione, perché diano frutto». Un fiore, ad esempio, è germogliato nell’atrio della mia scuola, ed è stato riempito con i nomi di alcuni uomini e donne innocenti che la mafia ha ucciso.

Ovviamente non basta mettere un fiore e sentirsi a posto così: la nostra memoria deve essere “attiva”, gli uomini e le donne che con coraggio si sono opposti/e alle ingiustizie mafiose devono essere un esempio da seguire ogni giorno, perchè la mafia non è stata debellata, anzi è sempre più forte, proprio perchè riesce a nascondersi nei piccoli aspetti della nostra quotidianità. Proviamo a pensare, ad esempio, a cosa avrebbe fatto Peppino Impastato al posto nostro, se in classe un compagno fosse stato vittima di bullismo: non credo che sarebbe stato zitto. Oppure proviamo a pensare a cosa avrebbe fatto Don Peppe Diana se, al posto nostro, avesse sentito pronunciare una frase del tipo: “ma sei handicappato?” o un “bonario” commento razzista o sessista: non credo che sarebbe stato zitto. Pensando a loro, quindi, combattiamo l’illegalità partendo dal nostro piccolo.
Pensando a loro, usiamo i nostri occhi per vedere, le nostre orecchie per sentire e la nostra bocca per parlare.
Pensando a loro, accorgergiamoci sempre della differenza tra giusto e sbagliato.  

Buon 21 marzo,
Gaia di Giovani A.P.I.

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